Dante Piccinini nasce a Gattatico il 19 maggio del 1910 da Alberto ed Ines Iotti, in una famiglia composta dai due genitori e sei figli: Libero Avanti, Iside, Dante, Iasco, Alba e Ulderico.
Residente nel Comune di Sant’Ilario d’Enza, nel 1926 il padre Alberto apre una ditta di lavorazione del cemento e del marmo con recapiti anche a Castelnovo Sotto, Campegine, Poviglio, Gattatico e Parma.
Insieme ai componenti della sua famiglia, Dante è un convinto antifascista e con alcuni giovani di Sant’Ilario spesso si riunisce clandestinamente in casa propria o degli altri per discutere su come poter combattere la dittatura. Dante frequenta anche la casa della famiglia Cervi di Campegine e diventa amico in particolare di Gelindo.
Nel 1940, con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Dante è chiamato alle armi e mandato in Istria.
Segnalato subito come sovversivo, viene sempre controllato e per ben due volte, in occasione delle licenze militari, viene preso e messo in carcere assieme al padre e al fratello Iasco e rilasciato al momento della partenza per il fronte.
Dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943 non si hanno più sue notizie e, solo in seguito a ricerche fatte per mezzo del Vaticano, la famiglia viene a sapere che si trova nella zona dello sbarco degli Alleati a Bari dove lavora prima in un’impresa di costruzioni, poi come personale civile ausiliario nell’ospedale militare americano.
Dante riuscirà a tornare a casa nel maggio 1945 e riprenderà a lavorare nella ditta di famiglia.
Bibliografia e approfondimenti:
– I dati sulla vita di Dante Piccinini sono tratti da uno scritto elaborato da sua figlia Sonia, nel quale viene ricostruita la storia della sua famiglia.