Arrigo Boldrini nasce a Ravenna il 6 settembre del 1915.
Figlio di una popolare figura di internazionalista romagnolo, dopo il conseguimento del diploma di Perito Agrario, viene chiamato alle armi nel 1935 e frequenta la scuola allievi ufficiali diventando Sottotenente. Lavora poi a Cesena fino al 1939, anno in cui, richiamato alle armi, si arruola volontariamente nella Milizia Volontaria di Sicurezza Nazionale, con il grado di capomanipolo.
Nel 1940-1941 è a Napoli, dove conosce il poeta Libero Bovio ed entra in contatto con gli ambienti antifascisti.
Allo scoppio della guerra ricopre il ruolo di tenente di complemento nel 120° Reggimento Fanteria “Emilia” di stanza alle Bocche di Cattaro in Jugoslavia.
Rientrato in Italia nell’estate 1943, nell’agosto dello stesso anno aderisce al Partito Comunista Italiano clandestino e, dopo l’8 settembre, è tra i principali organizzatori della Resistenza in Romagna. Infatti, l’11 settembre 1943 prende parte alla prima riunione della Resistenza romagnola che si tiene a Milano Marittima.
Il giorno successivo, il 12 settembre, Boldrini e un piccolo gruppo, disarmati e travestiti da fascisti, compiono la prima azione partigiana nel ravennate, riuscendo a trafugare un ingente quantitativo di armi.
Nel gennaio 1944 entra nella clandestinità e diventa uno dei punti di riferimento della Resistenza. Ufficiale di collegamento del CUMER (Comando Unico Militare Emilia Romagna) e responsabile militare per il CLN della zona di Ravenna, partecipa di persona a numerose azioni di guerriglia. Ormai per tutti Arrigo Boldrini è diventato il comandante “Bulow”.
Teorizzatore della “pianurizzazione” della guerra partigiana (fino ad allora immaginata possibile solo sulle colline o sulle montagne) e artefice del piano tattico che porterà alla liberazione di Ravenna da parte degli alleati il 4 dicembre 1944, dopo mesi di intensa guerriglia, il 4 febbraio 1945 viene decorato con la Medaglia d’Oro al Valor Militare – la prima ad un partigiano italiano – direttamente dal generale inglese Richard McCreery.
Ma la guerra non è ancora finita. Nominato comandante della 28^ Brigata Garibaldi “Mario Gordini”, partecipa insieme alle forze alleate e al ricostituito Esercito Italiano ai combattimenti lungo il fiume Senio e alla conquista delle zone attorno al Delta del Po, fino alla definitiva sconfitta delle forze nazifasciste.
Nel dopoguerra Boldrini rimarrà una figura di primo piano. Segretario nazionale dell’ANPI dal primo congresso nel 1947 e Presidente fino al 2006, sarà poi proclamato Presidente Onorario per acclamazione.
Ricoprirà anche numerosi incarichi istituzionali: membro della Consulta Nazionale prima e dell’Assemblea Costituente poi, deputato alla Camera durante le prime sei legislature e senatore nelle successive cinque. Sarà Vice Presidente della Camera dal 1968 al 1976 e membro, in rappresentanza dell’Italia, dell’Unione Europea Occidentale.
Ma soprattutto Boldrini è stato uno studioso di politica militare e internazionale e autore di numerose pubblicazioni. Nel 2004 si ritira dalla vita politica.
Muore a Ravenna nel 2008 lasciando di sé l’immagine del “coraggioso comandante Bulow della Resistenza”.
Bibliografia e approfondimenti: