Antifascista della prima ora, Aristide Papazzi aveva cercato di espatriare clandestinamente già nel luglio del 1930 quando viene arrestato e condannato ad un anno con la condizionale.
L’ottobre successivo emigra comunque in Francia, dove si iscrive al Partito Comunista.
Durante il viaggio di ritorno in Italia, nel 1934, viene arrestato dalla polizia fascista e condannato a 20 anni di carcere.
Liberato il 20 agosto 1943, riprende l’attività politica e, dopo l’Armistizio italiano dell’8 settembre, entra nel movimento partigiano reggiano con il nome di battaglia di “Prato”: ricopre il ruolo di comandante e, dopo il ferimento nel novembre 1943, si dedica completamente all’attività organizzativa diventando segretario del CLN della Zona Montana della provincia di Reggio Emilia.
Dopo la Liberazione viene eletto sindaco di Ciano d’Enza, carica che ricopre fino al 1952.
Alla sua morte, avvenuta nel 1985, la figlia Laura ha donato all’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Parma il fondo del padre contenente certificati, dichiarazioni, attestati, ma anche articoli e lettere.