Andrea Zavaroni nasce a Campagnola Emilia il 13 febbraio 1918.
Con il nome di battaglia di “Marco”, entra nelle fila dei partigiani nel gennaio 1944 e combatte nella 77^ Brigata SAP “F.lli Manfredi” operante nella bassa reggiana.
Giovane forte e coraggioso, sempre in prima linea durante le varie azioni partigiane, diventa comandante di distaccamento e anche dirigente delle SAP (Squadre di Azione Patriottica).
Il 15 novembre 1944, rientrato a Campagnola Emilia dopo un’azione di disarmo di un tedesco insieme al compagno Egidio Baraldi, dal quale però si separa per andare a far visita ai genitori, viene colpito ad una spalla alcuni metri dopo il bivio della frazione di Cognento.
Inutile la fuga nei campi alla ricerca di un rifugio sicuro: Zavaroni viene catturato dai nazifascisti e immediatamente condotto a Villa Lombardini a Novellara, dove il comando tedesco aveva posto la sua sede.
Nonostante vari tentativi per liberarlo, Zavaroni viene ucciso il 18 novembre, dopo tre giorni di torture e atroci sevizie a cui è sottoposto perché parli e faccia i nomi dei compagni e dei luoghi di ritrovo dell’intera organizzazione resistenziale.
Il corpo del giovane partigiano verrà ritrovato in una concimaia di Novellara soltanto nei giorni successivi alla Liberazione.
Per il suo impegno nella lotta di Liberazione, per il suo coraggio nelle azioni partigiane e per la sua tenacia nel mantenere il silenzio nonostante le tortura, Andrea Zavaroni è stato insignito della Medaglia d’Argento al Valor Militare.
Bibliografia e approfondimenti: