Alois Thaler nasce a Brunico, in provincia di Bolzano, il 28 settembre 1909.
Nel 1939 opta per la cittadinanza tedesca e durante la Seconda Guerra Mondiale combatte con la 6^ Divisione SS in Finlandia, Norvegia e poi in Russia, dove perde una gamba.
Trasferito in Italia, prima a Ferrara presso il Battaglione Ufficiali, il 1° aprile 1944 viene nominato comandante del Deposito Reclute di Cremona e qui promosso maggiore delle SS il 21 giugno 1944. All’inizio dell’estate, dopo che il Deposito viene distrutto da un bombardamento aereo, si rende necessaria la sua ricostruzione in un’altra località. La scelta cade su Rodengo Saiano, in provincia di Brescia, dove Thaler diventa comandante dell’“Unità di Riserva delle Unità Armate della SS”, costituita da circa 400 uomini, dal quale dipende anche il “Gruppo pronto impiego” dell’82° reggimento SS Italien, composta da circa 200 uomini.
La notte del 27 aprile 1945, nella sede del comando, a Villa Fenaroli di Corneto, vengono fucilati dieci partigiani dalle SS ai suoi ordini. Il 28 aprile la villa viene abbandonata e una trentita di soldati con Thaler si dirigono verso Sarnico. Alla Ca’ Rossa, in località Tengattini, uno scontro con i partigiani provoca morti e feriti. I superstiti, tra cui lo stesso Thaler, riescono a fuggire, ma vengono catturati il 30 aprile ad Adro.
Trasferito prima a Chiari e poi a Brescia, Thaler viene processato sommariamente e condannato a morte. Viene riportato a Rodengo Saiano dove è fucilato il 2 maggio 1945.
Bibliografia e approfondimenti:
– Rolando Anni, Dizionario della Resistenza bresciana, 2 voll., Editrice Morcelliana, Brescia 2008.