Settimo di nove figli (di cui sette fratelli e due sorelle), Agostino Cervi nasce nel 1916 a Campegine, in provincia di Reggio Emilia, da Alcide e Genoeffa Cocconi.
Nel 1934, insieme al padre e ai fratelli, ormai tutti in età da lavoro, si trasferisce in località Campi Rossi, nel Comune di Gattatico (RE), su un terreno preso in affitto: un cambiamento importante da mezzadri ad affittuari che permetterà ai Cervi di approntare delle modifiche innovative al podere che, in pochi anni, verrà trasformato in un’azienda esemplare.
“Contadini di scienza”: così vengono chiamati i sette fratelli che, oltre ad una personale passione per lo studio, diventano sempre più esperti grazie ai corsi istituiti dalla Cattedra Ambulante di Agricoltura.
Agostino, che nel 1940 sposa Irnes Bigi, si occupa principalmente dei lavori agricoli insieme ai fratelli Aldo ed Ettore.
Anche lui, come tutta la famiglia, abbraccia gli ideali di giustizia e rinnovamento sociale, trasmessi innanzitutto dal fratello Aldo. E così, dopo lo scoppio della guerra, i Cervi diventano un solido punto di riferimento per l’antifascismo locale: grazie a vari stratagemmi evitano l’arruolamento, ad esclusione del fratello minore Ettore, ma soprattutto boicottano l’ammasso e si dotano di strumenti per produrre in proprio burro e grappa.
Il 1943 è l’anno decisivo per la storia dei Cervi, a partire dal 25 luglio quando la caduta del regime fascista viene festeggiata in piazza a Campegine con una grande “pastasciuttata”.
Con la firma dell’Armistizio e l’occupazione tedesca dell’Italia, i fratelli Cervi si gettano subito nella lotta ponendo le basi del futuro movimento partigiano nella zona ovest della pianura padana. La loro casa diventa base operativa e rifugio sicuro, mentre sul territorio iniziano le prime azioni della “banda” dei Cervi.
Catturati dai fascisti il 25 novembre 1943, insieme al padre e ad altri compagni rifugiati nella loro casa, vengono portati al carcere dei Servi di Reggio Emilia.
Il 28 dicembre 1943, in seguito all’uccisione del Segretario Comunale del Fascio di Bagnolo in Piano, Davide Onfiani, vengono condotti al Poligono di tiro di Reggio Emilia e lì fucilati per rappresaglia insieme al compagno partigiano Quarto Camurri.
Ad Agostino, come agli altri fratelli Cervi, è stata conferita la Medaglia d’Argento al Valor Militare alla memoria.
Bibliografia e approfondimenti:
– Alcide Cervi, I miei sette figli, (a cura di Renato Nicolai), Editori Riuniti, Roma 1955;
– Margherita Agoleti Cervi, Non c’era tempo per piangere, CGIL 1994;
– Paola Varesi, Claudio Silingardi, Il museo Cervi tra storia e memoria. Guida al percorso museale, Edizioni Istituto Alcide Cervi 2003;
– Istituto Cervi. Luogo di memoria e di ricerca per la storia della Resistenza e della cultura contadina, Reggio Emilia, Provincia di Reggio Emilia 2008;
– AA.VV., I Cervi. Scritti e documenti, ANPI Reggio Emilia, 1973;
– Liano Fanti, Una storia di campagna. Vita e morte dei fratelli Cervi, Camunia, 1990;
– Aldo Ferretti (Toscanino), I Cervi, le idee, l’azione, ANPI Reggio Emilia, 1979;
– Antonio Greppi, I sette fratelli, Tecnograf, Reggio Emilia 2004.