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Erio Veronesi
Nato a Cavazzoli di Reggio Emilia (RE)

il   02/05/1918

Morto a Reggio Emilia (RE)

il   01/01/1987

Erio Veronesi nasce a Cavazzoli, una piccola frazione vicino alla città di Reggio Emilia, il 2 maggio 1918. I genitori, Massimo e Ines, conducono un’azienda agricola di proprietà del professore Leopoldo Nobili: un terreno non molto grande che produce un reddito modesto.
Il padre di Erio, Massimo Veronesi, aveva combattuto nella Prima Guerra Mondiale, prima sul fronte del Piave e successivamente in Libia, guadagnandosi il grado di sergente e la Croce al Merito.
Erio nasce proprio alla fine della Grande Guerra, riesce a frequentare i cinque anni della scuola elementare e nello stesso tempo dà una mano nel lavoro dei campi.
In questi anni la famiglia cambia diversi poderi fin quando si trasferisce a Masone, altra frazione di Reggio Emilia, dove prende un fondo a mezzadria che condurrà per oltre 25 anni ricavando un discreto reddito.
All’età di 21 anni, il 31 gennaio 1939, Erio viene chiamato alle armi e assegnato al 27° Reggimento Artiglieria con sede a Bra, in provincia di Cuneo, dove c’è anche la scuola allievi ufficiali di complemento. Qui, sia per la sua minuta statura, sia per alcuni problemi fisici, viene impiegato nella fureria dove si occupa di tenere in ordine il magazzino e la contabilità delle merci che entrano ed escono dalla caserma.
Dopo i 18 mesi di ferma militare, dal momento che l’Italia è ormai entrata in guerra, Erio viene trattenuto alle armi (03/10/1940) e congedato solo dopo altri due anni di servizio. In questo periodo riesce comunque a vedere i familiari e gode di diverse licenze agricole per aiutare la famiglia nel lavoro dei campi.
Ritornato a casa nel settembre 1942, passano poco più di quattro mesi che viene nuovamente chiamato (31/01/1943) e questa volta inviato al fronte sui Balcani, precisamente in Grecia, dove arriva il 22 giugno del 1943.
Da questo momento in poi Erio non avrà più alcuna licenza e per due anni e mezzo non potrà vedere la famiglia. Gli unici contatti saranno mantenuti attraverso la posta.
Con la firma dell’Armistizio l’8 settembre 1943, la situazione dei soldati italiani sui vari fronti di guerra all’estero diventa drammatica. Erio e i suoi compagni vengono catturati già il 9 settembre e trasferiti nei campi di lavoro in Germania.
Dalla corrispondenza inviata alla famiglia si riesce a ricostruire per sommi capi il percorso compiuto da Erio. Dalla cattura e fino alla prima metà del 1944 è nel campo per soldati Stammlager X A, situato nel distretto di Amburgo, precisamente a Schleswig, nel nord della Germania. Successivamente, dalla seconda metà del 1944 e fino alla liberazione nell’aprile 1945, sarà nel Battaglione Prigionieri Lavoratori Edili Btl. L. e. 200 (It), dislocato nel dintorni di Halle (Saale) nella regione della Sassonia.
Ad Erio, forse per la sua gracilità fisica, dopo pochi mesi dalla deportazione nel campo, viene affidato il compito di svolgere servizio presso la famiglia di uno degli ufficiali tedeschi che dirigono il lager; in pratica ne diventa l’attendente. Un lavoro sicuramente faticoso ed incessante, ma meno logorante di quello che svolgevano molti altri prigionieri. Doveva accudire il cavallo, mantenere in ordine la stalla, fare le pulizie di casa, svolgere le funzioni della persona di servizio.
Dalle lettere inviate alla famiglia durante tutto il periodo di prigionia si riesce a intuire quanto fosse difficile la vita e soprattutto quanto i prigionieri soffrissero per la fame e per la mancanza di beni indispensabili come gli indumenti.
Erio verrà liberato dalla prigionia dalle truppe alleate il 12 aprile del 1945 e riuscirà a tornare a casa soltanto nel luglio successivo per poi essere definitivamente congedato il 15 ottobre del 1945.
Nel maggio 2012, in occasione del 25° anniversario della sua morte, il fratello minore Bruno, all’epoca della guerra soltanto un bambino, ha scritto un piccolo libro a lui dedicato, dal titolo Ripensando a quegli anni … Erio Veronesi, e dal quale sono stati tratti i dati per questa biografia.


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