Di umili origini, don Pasquino Borghi nasce il 16 ottobre 1903 a Malamasato, nel comune di Bibbiano (RE), da una famiglia di mezzadri.
Primo di quattro figli, a 12 anni entra nel Seminario di Marola per gli studi ginnasiali e completa il liceo presso il Seminario di Albinea.
Tra il 1923 e il 1924 presta servizio militare al termine del quale sente forte la vocazione di diventare missionario. Nel settembre 1924 entra infatti nell’Istituto “Benedetto XV” di Venegono Superiore (VA) della congregazione religiosa comboniana e nel 1929 pronuncia i voti perpetui e viene ordinato sacerdote. Il 7 agosto 1930 parte per la missione di Torit, nel Sudan anglo-egiziano, dove per circa sette anni vive a stretto contatto con le popolazioni indigene, spesso in condizioni al limite della sopravvivenza.
Rientrato per motivi di salute, nel 1938 entra nella Certosa di Farneta (LU) per prendere i voti monastici.
Le difficili condizioni della sua famiglia però lo costringono ad abbandonare l’ordine certosino: nel 1939 infatti torna alla vita sacerdotale nella Diocesi di Reggio Emilia per essere vicino alla madre, vedova e in povertà.
Nel 1940 diventa cappellano nella parrocchia di Canolo di Correggio: qui trascorre più di tre anni, occupandosi tra l’altro della Gioventù Maschile di Azione Cattolica.
Nell’agosto del 1943 è nominato parroco di Coriano Tapignola dove, a seguito dell’Armistizio del settembre 1943, trasforma la parrocchia in un luogo di ritrovo e rifugio sia per i militari sbandati, sia per i molti combattenti delle formazioni partigiane locali. A tal proposito, va ricordato l’incontro e il sostegno dato alla banda dei fratelli Cervi di Gattatico.
Partigiano lui stesso con il nome di “Albertario”, collabora attivamente anche con don Domenico Orlandini (nome di battaglia “don Carlo”) il quale dà vita ad alcune formazioni delle Fiamme Verdi nella zona di Reggio Emilia.
La sua attività però non rimane segreta a lungo. Il 21 gennaio 1944, mentre don Pasquino è a Villa Minozzo per le celebrazioni di Sant’Agnese, alcuni militi della RSI si recano nella sua canonica e iniziano la perquisizione. Trovato il nascondiglio dei partigiani, la sera di quello stesso giorno arrestano il sacerdote a Villa Minozzo e lo rinchiudono nel carcere del paese.
Don Pasquino viene trasferito prima a Scandiano e poi a Reggio Emilia dove, nonostante le torture, mantiene il silenzio sui suoi rapporti con il CLN provinciale.
Il 29 gennaio, a seguito delle ripetute uccisioni dei militi della GNR e dell’esercito della RSI, su decisione del capo della provincia Enzo Savorgnan, il Tribunale Speciale straordinario lo processa e lo condanna a morte insieme ad altri otto antifascisti (Ferruccio Battini, Romeo Benassi, Umberto Dodi, Dario Gaiti, Destino Giovannetti, Enrico Menozzi, Contardo Trentini ed Enrico Zambonini).
All’alba del 30 gennaio i prigionieri sono fucilati al Poligono di tiro cittadino, nello stesso luogo che un mese prima aveva visto l’uccisione dei sette fratelli Cervi e di Quarto Camurri.
Il 7 gennaio 1947 il capo provvisorio della Repubblica Italiana, Enrico De Nicola, gli conferisce la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria con la seguente motivazione: “Animatore ardente dei primi nuclei partigiani, trasfuse in essi il sano entusiasmo che li sostenne nell’azione. La sua casa fu asilo ad evasi da prigionia tedesca e scuola di nuovi combattenti della libertà. Imprigionato dal nemico, sopportò patimenti e sevizie, ma la fede e la pietà tennero chiuse le labbra in un sublime silenzio che risparmiò ai compagni di lotta la sofferenza del carcere e lo strazio della tortura. Affrontò il piombo nemico con la purezza dei martiri e con la fierezza dei forti e sulla soglia della morte la sua parola di fede e di conforto fu di estremo viatico ai compagni nel sacrificio per assurgere nel cielo degli eroi” Reggio Emilia, 30 gennaio 1944
Bibliografia e approfondimenti:
– Comitato per le Celebrazioni del 30° Anniversario della lotta di Liberazione – Amministrazione Comunale di Bibbiano (RE), Don Pasquino Borghi. Medaglia d’Oro, a cura di Carlo Galeotti, ICAR, Reggio Emilia 1974;
– Istituto Alcide Cervi, Nel nome della libertà: celebrazioni per il XXX anniversario del sacrificio dei sette fratelli e di don Pasquino Borghi, Editrice Cooperativa, Roma 1975;
– Salvatore Fangareggi, Un prete nella Resistenza, La Tartaruga, Roma 1975;
– Comune di Bibbiano (RE), Il tempo e la vita di don Pasquino Borghi, Istoreco, Reggio Emilia 2004;
– per ulteriori approfondimenti è inoltre possibile visitare le pagine a lui dedicate nei siti dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) e dell’INSMLI (Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia).