Adele Bei nasce a Cantiano, in provincia di Pesaro, il 4 maggio del 1904, in una famiglia contadina di orientamento socialista.
Giovanissima, dirige diverse manifestazioni di protesta. Sposa il comunista Domenico Ciufoli, dal quale ha due figli, e alla fine del 1923, per sfuggire all’arresto, la coppia emigra in Belgio, poi in Lussemburgo e infine in Francia, pur tornando più volte in Italia per introdurre clandestinamente materiale antifascista.
Affidati i figli alle cure di un asilo sovietico, Adele rientra in Italia, dove nel 1933 viene arrestata e condannata dal Tribunale Speciale. Dopo 8 mesi di carcere preventivo, è condannata a 18 anni di carcere.
Con la caduta del Regime rientra a Roma e prende parte alla Resistenza.
Terminata la guerra, viene eletta all’Assemblea Costituente e nella prima legislatura è nominata senatrice.
Nel dopoguerra diventa una figura di spicco del sindacato e, con l’opuscolo Perché i giovani sappiano, è lei l’esempio vivente del sacrificio imposto alla clandestinità.
Al governo si batte in particolare per il miglioramento della condizione carceraria femminile e per i diritti delle donne lavoratrici.
Muore a Roma nell’ottobre del 1976.