L'olio di ricino, estratto dai semi della pianta del ricino, è un olio vegetale molto pregiato come lubrificante, attualmente utilizzato nell'industria cosmetica ed automobilistica proprio per questa sua proprietà.
L'aspetto più noto di questo olio però è legato al suo potere lassativo. L'olio di ricino, infatti, fu utilizzato come strumento di tortura e di punizione, prima da Gabriele D'Annunzio che lo introdusse durante l'occupazione di Fiume, poi dal regime fascista che ne fece largo uso contro i suoi avversari.
Durante gli anni dello squadrismo fascista, infatti, l'olio di ricino divenne uno degli strumenti di tortura fisica e psicologica impiegati dalla Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, le Camicie Nere. Tale strumento di tortura era impiegato contro dissidenti e oppositori politici che venivano obbligati con la forza ad ingerire una bottiglia di 75 ml del suddetto olio (la cosiddetta "purga del sovversivo") mentre avevano legati i pantaloni con una corda per impedire alle vittime di sfilarli durante gli attacchi evacuativi, costringendoli a tornare a casa in condizione di grave umiliazione. L'assunzione di olio in dosi massicce era spesso accompagnata da percosse fisiche: tuttora famosa è l'espressione "manganello ed olio di ricino" per indicare i metodi che adottavano le squadre durante le spedizioni punitive. Gli antifascisti che si ribellavano venivano uccisi.
Al giorno d'oggi l'olio di ricino non è praticamente più usato come lassativo per via dell'azione troppo drastica, causa di forte disidratazione.
Bibliografia e approfondimenti: