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Bardonecchia (TO)

Comune della provincia di Torino a 1.312 m sul livello del mare, Bardonecchia è una cittadina dell'alta Val di Susa, situata al centro di una conca dove convergono le convalli di Rochemolles, Frejus, Rho e Valle Stretta, che alimentano la Dora di Bardonecchia. Da sempre località di villeggiatura estiva e di sport invernali, Bardonecchia è il comune più occidentale dell'Italia e della Regione Piemonte. L'apertura del traforo ferroviario del Frejus nel 1871 conferì a Bardonecchia lo status di città di confine, con tutte le conseguenze del caso, quindi, fra le tante, l'incremento demografico dovuto alla massiccia presenza di forze dell'ordine (Polizia, ferroviaria e non, Carabinieri, Guardia di Finanza) e poi funzionari doganali, agenzie di trasporti, personale ferroviario, ecc., con un deciso incremento dello sviluppo economico della località, prima limitato alle poche risorse dell'economia agricola di montagna. Alla fine dell'Ottocento venne anche costruito il Forte Bramafam per difendere da eventuali attacchi francesi l'imboccatura del traforo ferroviario del Frejus. Il Forte fu poi rafforzato negli anni Trenta e nella Seconda Guerra Mondiale ebbe il compito di Guardia alla Frontiera. Ma gli anni Trenta videro anche la costruzione di grandi impianti sportivi quali lo Stadio Littorio per il ghiaccio e la slittovia Colomion. Nel giugno 1940 l'entrata in guerra dell'Italia produsse un profondo cambiamento nell'assetto economico e sociale della Val Susa. I bombardamenti su Torino provocarono il decentramento in valle di reparti delle industrie torinesi, ma soprattutto l'arrivo di un massiccio numero di sfollati che mise ulteriormente in crisi la già provata economia locale. La Colonia IX Maggio (ex Colonia Médail) di Bardonecchia, inaugurata da Mussolini il 19 marzo del 1939, divenne uno dei luoghi di ricovero. Un primo arrivo di sfollati si ebbe già nel dicembre del 1942 e alla fine si contarono in città ben 1.061 persone provenienti dai centri cittadini interessati dai bombardamenti. Per la sua posizione strategica, al confine con la Francia, dopo l'Armistizio italiano dell'8 settembre 1943, l'alta Val Susa divenne subito la sede di comandi e reparti tedeschi e fascisti. Più precisamente, a Bardonecchia fu dislocato un centro di addestramento reclute provenienti da diversi reparti: una compagnia di queste, composta da elementi provenienti dalla 157^ Reserve-Division, fu impiegata contro la postazione partigiana del Monte Triplex il 17 luglio 1944. Nel mese di settembre reparti del Gebirgsjäger-Regiment 297 si attestarono nella zona. Infine, in dicembre vi prese posizione il III battaglione del 4° Reggimento alpino della Divisione "Littorio", alle dipendenze del Gebirgsjäger-Regiment 100. Per quanto riguardava, invece, la lotta partigiana, nell'alta Val di Susa, tra Bardonecchia e Susa, fu attiva la Brigata "Monte Asietta" della Divisione Autonoma "Valle Chisone", comandata dal maestro di sci Maggiorino Marcellin "Bluter". Nei primi mesi del 1945 le brigate dislocate in alta Val di Susa e in Val Cenischia - la IV divisione GL, il battaglione Matteotti "Renato Martorelli" e la Brigata Autonoma "Monte Asietta" - avviarono il processo di unificazione e costituirono la 41^ Divisione unificata, al comando di Giovanni Gonella "Ferrua". La sera del 25 aprile giunse ai comandi dei vari reparti l'ordine di applicare il piano insurrezionale denominato E 27. In alta valle le operazioni erano iniziate già il giorno precedente, quando la 41^ Divisione unificata aveva cominciato a disturbare la ritirata delle truppe occupanti, attaccandole a Salbertrand e a Exilles. Gli attacchi dei sabotatori tedeschi contro le centrali idroelettriche nell'alta valle vennero respinti. Tutti gli impianti furono salvati anche perché, da un lato, i tedeschi in ritirata preferirono non accanirsi contro le infrastrutture per non essere ostacolati nei movimenti dalle forze partigiane; dall'altro, perché le misure di difesa adottate - organizzazione di squadre interne ed esterne con compiti specifici di difesa, occultamento e sabotaggio parziale dei macchinari, sbarramento delle vie di accesso, costruzione di muretti protettivi - si rivelarono nel complesso efficaci. Rimase illesa anche la diga di Rochemolles, frazione di Bardonecchia, una struttura in calcestruzzo alta 60 m e ultimata nel 1930. I tedeschi tentarono per un'intera giornata di raggiungere la diga senza riuscire, nonostante il supporto dell'artiglieria, ad avere la meglio sull'ostinata resistenza della 231^ compagnia della Brigata Autonoma "Monte Asietta", posta a difesa dell'impianto. Gli ultimi giorni di aprile e i primi di maggio furono caratterizzati dall'arrivo nell'alta Val di Susa di reparti francesi, la cui presenza esprimeva la volontà di acquisire vantaggi politici e territoriali nei confronti dell'Italia, attraverso l'assunzione di un ruolo di primo piano nella liberazione del territorio piemontese. I francesi misero in atto un'intensa attività di propaganda annessionista e si registrarono anche episodi di violenza, l'ultimo dei quali, il 23 giugno del 1945, fu seguito dall'abbandono della valle da parte delle truppe francesi. Con il trattato di pace del 1947, Bardonecchia perse la Valle Stretta, ceduta, appunto, alla Francia.

Bibliografia ed approfondimenti:

  • Enzo Collotti, Renato Sandri, Frediano Sessi (a cura di), Dizionario della Resistenza, 2 voll., G. Einaudi Editore, Torino 2001;
  • Provincia di Torino e Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea "Giorgio Agosti", 38-45 Una guida per la memoria. Luoghi della guerra e della Resistenza nella provincia di Torino, a cura di Luciano Boccalatte, Andrea D'Arrigo, Bruno Maida, Blu Edizioni, Torino 2006;
  • Provincia di Torino, Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea "Giorgio Agosti", 40-45 Guerra e società nella provincia di Torino, a cura di Bruno Maida, Blu Edizioni, Torino 2007;
  • sito ufficiale del Comune di Bardonecchia;
  • sito turistico ufficiale di Bardonecchia.

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