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Quarto Camurri
Nato a Guastalla (RE)

il   05/11/1921

Morto a Reggio Emilia

il   28/12/1943

Nato a Guastalla il 5 novembre 1921 da Vincenzo e Antonietta Ledi, Quarto è figlio di una famiglia composta da sei figli. Il padre Vincenzo, scomparso nel 1935, è stato duramente segnato dalla Prima Guerra Mondiale, con l’amputazione di una gamba. La famiglia ha umili origini, e il giovane Quarto per arrotondare il bilancio di casa distribuisce giornali in paese. Ufficialmente la sua qualifica è “riparatore meccanico”. Non rinuncia alla spirito della giovinezza, formando con alcuni ragazzi del paese un gruppo di quartiere, la “Squadra Volante”. Successivamente arriva la chiamata in guerra, e il ventenne Camurri si trova in Sicilia nel 1943 poco prima dello sbarco degli Alleati. Mantiene una corrispondenza con l’amata madre, rimasta a casa con i più piccoli e sfollata da Reggio Emilia (dove la famiglia nel frattempo si era trasferita). Allo scoccare dell’8 settembre, e nel successivo caos in cui versano le istituzioni e le forze armate, Quarto Camurri si ritrova a casa e si arruola nella Milizia Volontaria di Sicurezza Nazionale il 20 di ottobre del 1943, e da lì incorporato nel 1° Battaglione 2° Cp della 79^ Legione. Una memoria familiare poco nota, riportata soltanto da un articolo de “l’Unità” del gennaio 1954, racconta di un arruolamento sotto le insegne della RSI come atto riparatorio di una spedizione punitiva contro alcuni fascisti locali.
Dopo pochi giorni, del resto, Camurri diserta ed entra in contatto con la “Banda Cervi”. Nel racconto degli stessi Cervi, l’incontro ha luogo in montagna, nei pressi del Monte Ventasso, sull’Appennino reggiano; i verbali degli interrogatori fascisti, tuttavia, riportano circostanze diverse, collocando il suo avvicinamento alla lotta partigiana direttamente alla Casa ai Campirossi.
Da queste ricostruzioni non è chiaro se e quanto Quarto Camurri avesse partecipato alle attività clandestine e paramilitari dei Cervi. Al discutibile verbale del Carcere dei Servi, si contrappone la memoria di Alcide che ne staglia la figura: “Si chiama Quarto Camurri. E’ un bravo ragazzo”. Di certo c’è che egli rifiuta, non appena possibile, la divisa repubblichina, gettandone le armi. Camurri rimarrà con i Cervi nelle ultime settimane della loro attività. Arrestato nella cascina di Gattatico il 25 novembre 1943, segue i sette fratelli e il padre al Carcere dei Servi, dove viene interrogato quale “italiano rinnegato”. Sua è una colpa altrettanto grande, agli occhi dell’autorità della RSI: l’aver ripudiato la chiamata alle armi del “nuovo fascismo”.
Non vi è notizia di lettere dalla prigione alla famiglia, come nel caso dei Cervi. Sarà fucilato insieme ai sette fratelli il 28 dicembre 1943 al Poligono di tiro di Reggio Emilia. Per sempre legato alla vicenda della famiglia antifascista più famosa della Resistenza italiana.
Dopo la fucilazione per rappresaglia, la salma di Quarto Camurri segue lo stesso tormentato iter dei Cervi: tumulati in tombe anonime parzialmente colpite dai bombardamenti su Reggio Emilia, soltanto nel il 23 maggio 1945 (ben prima dei sette fratelli) fu possibile traslare il suo corpo a Guastalla, dove riposa tutt’ora nella cappella di famiglia.
Quarto Camurri è stato insignito del Certificato di Patriota, il noto “Brevetto Alexander”, e riconosciuto come partigiano combattente dalle stesse forze armate italiane. Attestati che lo parificano ufficialmente al ruolo di tanti resistenti.

Bibliografia e approfondimenti:
– Guerrino Franzini, Storia della Resistenza Reggiana, ANPI – Istoreco 1969;
– Paola Varesi, Claudio Silingardi, Il Museo Cervi tra storia e memoria. Guida al percorso museale, Edizioni Istituto Alcide Cervi 2010;
– Luca Tadolini, La Repubblica Sociale Italiana a Reggio Emilia – 1943. Edizioni all’Insegna del Veltro 2003;
– per ulteriori approfondimenti si rimanda al sito ufficiale del Museo Cervi.


Fonti
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