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Mosè Cesari
Nato a Fidenza (PR)

il   01/08/1881

Mosè Cesari nasce a Borgo San Donnino (Fidenza) il 1° agosto 1881.

Negli anni precedenti la Prima Guerra Mondiale aderì al sindacalismo rivoluzionario e, insieme a molti altri compaesani che seguirono la sua scelta, costituì un nutrito gruppo di repubblicani, che però si disperse momentaneamente durante la guerra del 1915-1918.

Rientrato a Borgo San Donnino, Cesari si dedicò al lavoro di stagionatura e vendita di salumi in un negozio del centro.

La sua figura è legata alla vita politica di Fidenza dal maggio 1944 all’aprile 1945.

I due bombardamenti del 2 e del 13 maggio 1944 crearono enormi problemi alla città. Tra le vittime della prima incursione aerea ci fu anche il podestà in carica, Attilio Pertusi, che fu sostituito dalla Prefettura con il Commissario Mattioli di Parma.

Era un momento difficile che però vide tutti i fidentini collaborare, cercando di salvare dalle macerie le poche suppellettili domestiche rimaste intatte.

La gestione commissariale di Mattioli non durò a lungo: la Prefettura diede l’incarico in via provvisoria a Paride Bizzarri e, successivamente, venne nominato podestà Mosè Cesari pur non essendo mai stato iscritto al Partito Fascista, né prima né dopo il 25 luglio 1943.

Cesari si mise subito a lavoro, sfollando gli uffici comunali nel Convento dei Cappuccini e permettendo così alla burocrazia amministrativa di riprendere a funzionare regolarmente.

Più di una volta si prese pesanti responsabilità, realizzando iniziative coraggiose e rischiando la deportazione o il carcere. In una di queste occasioni venne anche arrestato per otto giorni: fu prelevato dalla polizia della Repubblica Sociale Italiana e tradotto a Parma su ordine prefettizio. Chiarite le ragioni del suo operato, fu scagionato e rientrò a Fidenza.

Una sua iniziativa (della quale informò la Prefettura solo a cose già fatte) fu la distribuzione del contenuto di vari magazzini locali: centinaia di tonnellate di formaggio grana e di burro. Ogni famiglia ebbe 4 kg di formaggio e 3 kg di burro, assicurandosi la scorta di grassi e facendo a meno della tessera annonaria per vari mesi.

Alla fine della guerra Mosè Cesari fu sostituito dal sindaco Roberto Marchetti.

Fu tra i primi a ricostituire la sezione del Partito Repubblicano e nelle prime elezioni comunali pose la sua candidatura.

Su Cesari si diffuse l’insinuazione che egli fosse stato indirettamente uno dei responsabili dell’eccidio delle Carzole in cui morirono 13 partigiani. Si disse che, in quanto podestà, avrebbe potuto dissuadere i tedeschi e che non lo fece per paura. In realtà, sembra accertato che Cesari fosse all’oscuro di quanto stava accadendo e poté intervenire solo a fucilazione avvenuta.

Bibliografia e approfondimenti:

  • Roberto Lasagni, Dizionario biografico dei parmigiani, 4 voll., Pps, Parma 1999.

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