Liliana Segre nasce a Milano nel settembre del 1930 da Alberto e Lucia Foligno. Di origine ebraica, vive insieme a suo padre e ai suoi nonni paterni; la madre muore quando lei non ha ancora compiuto un anno.
Nel 1938, con l’introduzione delle leggi razziali in Italia, viene espulsa dalla scuola e successivamente, con l’intensificarsi delle persecuzioni degli ebrei italiani, nascosta presso amici del padre con documenti falsi.
Il 7 settembre 1943 tutta la famiglia tenta la fuga in Svizzera ma viene respinta dalle autorità di frontiera. Liliana, allora solo una ragazzina di tredici anni, viene catturata in provincia di Varese e trasferita prima nel carcere di Como, e poi in quello di Milano.
Il 30 gennaio 1944 viene deportata nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau dove, con il numero di matricola 75190 tatuato sul braccio, viene impiegata nel lavoro forzato in una fabbrica di armamenti. Alla fine del gennaio 1945 affronta la marcia della morte verso la Germania dopo l’evacuazione del campo.
Liliana viene liberata il 30 aprile 1945: si trovava a Malchow, un sottocampo del campo di concentramento di Ravensbrück. Torna a Milano solo nell’agosto dello stesso anno.
Il 27 novembre 2008 l’Università di Trieste le ha assegnato la Laurea Honoris Causa in Giurisprudenza. Il 15 dicembre 2010 l’Università degli Studi di Verona le ha assegnato la Laurea Honoris Causa in Scienze Pedagogiche.