Termine già usato da Vittorio Alfieri in una lettera a Mario Bianchi del 15 aprile 1793 per deridere i repubblicani del suo tempo, fu ripreso durante gli anni della Resistenza italiana (1943-1945) per indicare i soldati richiamati alle armi dal governo fascista della Repubblica Sociale Italiana.
Fu utilizzato per la prima volta, con valore dispregiativo, da Umberto Calosso in una trasmissione di Radio Londra e alla fine del 1943 era ormai diffuso in Italia con riferimento non solo ai militi, ma anche ai dirigenti, e più genericamente a tutti i sostenitori e i seguaci, della Repubblica di Salò.
Successivamente il termine repubblichino si radicò ampiamente nella storiografia e nella pubblicistica italiana, anche per evitare confusione con repubblicano che si riferiva alla nuova forma statuale dell'Italia post-bellica.
Bibliografia e approfondimenti: