Comune italiano della provincia di Parma, Solignano è situato tra i monti Cassio, Barigazzo e Dosso e la zona collinare alla confluenza tra i fiumi Taro e Ceno. Tra le due vallate si sviluppa il bacino del torrente Pessola, affluente del Ceno. Attraversata da numerose arterie stradali e ferroviarie di collegamento con la vicina Toscana, questa zona del Parmense fu strategicamente importante durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale e della Resistenza italiana. I nazifascisti, infatti, cercarono di controllare immediatamente il territorio, ponendo presidi armati in ogni centro abitato e sui valichi. Organizzarono anche tre grandi rastrellamenti contro la guerriglia partigiana: il primo, alla fine del maggio 1944, circoscritto alla zona del Monte Penna, nel Bedoniese; il secondo, alla metà del luglio 1944, che lasciò alle sue spalle incendi, saccheggi, eccidi e deportazioni; e infine l'ultimo, ai primi di gennaio del 1945. Proprio a Solignano, nella piccola località di Specchio, durante gli ultimi mesi della lotta di Liberazione, trovarono rifugio e ospitalità i partigiani del distaccamento "Barbieri" della 31^ Brigata Garibaldi "Copelli". La solidarietà della popolazione civile non venne mai a mancare nonostante le violente rappresaglie nemiche e permise ai patrioti di trovare un solido aiuto anche durante il rastrellamento del gennaio 1945. Molti di loro vennero nascosti nel solaio cieco della chiesa, altri riuscirono ad attendere il passaggio delle truppe tedesche nelle grotte appena fuori dall'abitato, in nascondigli improvvisati. Solignano fece parte anche del territorio libero della Val Ceno e Val Taro, esperienza che ebbe luogo nell'estate del 1944 ad opera della 12^ Brigata Garibaldi.
Bibliografia e approfondimenti: