Comune ligure in provincia di Genova, Chiavari si affaccia sul Mar Ligure ed è situato geograficamente al centro del Golfo del Tigullio. Secondo comune più popoloso del comprensorio e terza città per numero di abitanti della provincia dopo Genova e Rapallo, Chiavari è il centro commerciale del Tigullio, nonché un importante punto di riferimento per la media e bassa Val Fontanabuona, la Valle Sturla e la Val Graveglia, area che nell'insieme viene definita "entroterra chiavarese". Soggetta ad un forte fenomeno di emigrazione che spinse numerose famiglie in America Latina nel corso dell'Ottocento e del Novecento, la città di Chiavari visse un periodo florido durante il Regime Fascista. Nel novembre del 1931 Francesco Tommaso Marinetti, esponente del movimento artistico e culturale del Futurismo, visitò la città e, per l'occasione, i cuochi dell'Hotel Negrino (all'epoca uno dei pochissimi alberghi presenti a Chiavari) prepararono un pranzo ispirandosi al Manifesto della cucina futurista. Il 15 maggio 1938 anche il duce Benito Mussolini venne in visita a Chiavari per l'inaugurazione della Colonia Fara. Si trattava di una struttura, perfetto esempio di architettura razionalista italiana, commissionata dal Partito Nazionale Fascista nel 1935. Progettata da Camillo Nardi Greco e Lorenzo Castello, e intitolata alla memoria del generale dell'aviazione Gustavo Fara, la Colonia Fara fu conclusa nel 1936, inaugurata nel 1938 e per due anni utilizzata come luogo di soggiorno estivo per i bambini provenienti da ogni parte d'Italia o dalle colonie dell'impero. Con l'entrata dell'Italia nella Seconda Guerra mondiale nel 1940, l'edificio fu adibito ad ospedale militare e sede di occupazione provvisoria dell'esercito tedesco. Nel 1945, al termine del conflitto, la Colonia ospitò al suo interno i soldati delle truppe alleate e, un anno dopo, ritornò alla sua funzione originaria di colonia balneare. Tra il 1947 e il 1955, infine, fu utilizzata come alloggio dai profughi provenienti dall'Istria, passata dal controllo italiano alla Jugoslavia.
Bibliografia e approfondimenti: