Sfollata dall’autunno del 1943 con la famiglia a Valcimarra, una frazione di Caldarola, Nunzia Cavarischia ricorda il momento in cui “Acciaio”, il comandante partigiano del Gruppo “201 Volante” nel maceratese, la coinvolse nel movimento della Resistenza.
Racconta Nunzia, che all’epoca era poco più che una ragazzina: ““Acciaio” veniva spesso a casa nostra, anche accompagnato da altre persone, si fermava spesso a mangiare e mia madre cucinava, e spesso babbo saliva con lui in montagna per andare a prendere contatti con gli altri gruppi. (…)
Un giorno, dopo aver parlato con babbo, “Acciaio” mi guardò e disse: – Te la sentiresti, Nunzia, di portare una lettera? (…)
E fu così che iniziai a fare la staffetta, ma non vivevo nelle montagne con il gruppo: il mio compito consisteva nel portare i messaggi da un posto all’altro e tenere i collegamenti tra i vari gruppi partigiani. Per me era facile, chi avrebbe potuto sospettare di una ragazzina?
I momenti più emozionanti? Tanti. Tutte le volte che riuscivo a passare sotto il naso dei fascisti e dei tedeschi con i messaggi e qualche volta anche le armi. Fu un inverno durissimo, tanta neve, tanti chilometri in bici e tante scarpinate su per i monti”. (tratto da Ricordi di una staffetta, di Nunzia Cavarischia, Capodarco Fermano Edizioni, 2011)
La datazione del video fa riferimento al periodo della Resistenza in Italia
L’intervista alla sig.ra Nunzia Cavarischia è stata registrata presso la sua abitazione in provincia di Alessandria il 7 marzo 2016