Luciano Boleto, il partigiano “Braga” di Bargagli, in provincia di Genova, racconta un episodio avvenuto nel 1944: dopo la liberazione del campo di concentramento di Calvari nel gennaio 1944, trascorre un lungo periodo insieme a due donne, una ebrea e una tedesca, che erano state affidate alla sua custodia in attesa di essere portate in salvo.
Il Campo di Concentramento n°52 fu costruito dal Genio Militare della Caserma di Caperana di Chiavari (GE) nei primi mesi del 1941, successivamente all’ingresso dell’Italia nel conflitto.
Il campo, che viene spesso associato a Calvari, frazione del Comune di San Colombano Certenoli (GE), in realtà era situato nel territorio del Comune di Coreglia Ligure, in un’ampia radura compresa tra il fiume Lavagna e la dorsale che delimita la collina, nei pressi della località di Piandicoreglia.
Realizzato come “Campo Prigionieri di Guerra”, soprattutto per soldati inglesi o del Commonwealth catturati in Africa, a partire dall’8 settembre 1943 fu occupato dall’esercito tedesco.
Dal dicembre 1943 al gennaio 1944 funzionò come campo di concentramento provinciale istituito dalla Repubblica Sociale Italiana per raccogliervi gli ebrei in attesa di deportazione.
Il campo fu ufficialmente chiuso il 21 gennaio 1944 quando l’ultimo gruppo di 20 ebrei fu prelevato dalle SS tedesche e inviato ad Auschwitz.
La datazione del video fa riferimento al periodo in cui avvennero i fatti qui raccontati
L’intervista al sig. Luciano Boleto è stata registrata a Bargagli (GE) il 27 gennaio 2014