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L’8 aprile 1945 l’Internato Militare Italiano Canzio Donelli viene liberato dalle truppe alleate dal campo di concentramento tedesco di Fallingbostel, lo Stalag XI B. Passato sotto il controllo degli americani, nel luglio 1945 Canzio si trova in un centro di raccolta a Soest in attesa del rimpatrio: da qui scrive alla famiglia di Gattatico (RE), informando parenti ed amici della sua nuova condizione.
Si legge nella lettera:
“Soest 4-7-45
Miei carissimi tutti,
dopo la lettera che scrissi otto giorni fa hai (ai, n.d.r.) miei genitori, e che spero che l’abbiate già ricevuta, oggi grazie hai (ai, n.d.r.) nostri liberatori di nuovo posso darvi mie ottime nuove. Dopo la liberazione da parte delle truppe americane avvenuta 8 aprile che così da quel medesimo giorno finì la tormentata vita sotto il giogo tedesco. Come già vi scrissi non saprei esprimere la gioia che provai in quel giorno, tutto mi sembrava di rinascere. Tanto che il giorno 10 con altri otto amici ci mettemmo in cammino con la speranza di raggiungere prima la nostra Patria ma dopo 200 km ci concentrarono in caserme per tutti ascieme (assieme, n.d.r.) essere rimpatriati. Qui ora si fa una bellissima vita ma ugualmente i giorni sembrano tanto lunghi nell’attesa di quel santo giorno in cui potrò ritornare fra tutti voi, che spero che Iddio ma (m’ha, n.d.r.) salvato da tante e tante tremende burrasche voglia ora al mio ritorno poter colmare di gioia ritrovandovi tutti e tutti in buona salute. Solo ora è il mio penziero (pensiero, n.d.r.) ha (a, n.d.r.) voi tutti ma senza vostre notizie il tempo passa così lentamente. A quanto sembra che ancor non sarà tanto lunga ancora e spero che hai (ai, n.d.r.) primi del prossimo mese di potervi tutti riabbracciare. Dunque speriamo bene e ha (a, n.d.r.) fra non molto. Per ora vi giungono infiniti saluti e abbracci. Aff.mo Canzio
Tanti saluti ha (a, n.d.r.) tutti i parenti amici e baci ha (a, n.d.r.) Aronne e Ciccio che spero ora sia già grande. Pure farete i miei saluti hai (agli, n.d.r.) zii di Brescello. Qui con me si trova un amico di mio cugino Neldo Cabrini che abita ha (a, n.d.r.) Campegine, si chiama Terenziani Lino. Di nuovo saluti e baci, non pensate per me che ora faccio la vita del gran signore”.