Gianpietro Carboni, testimone di Montechiarugolo (PR), racconta un episodio del 1922 che ha coinvolto i suoi familiari e un’altra famiglia di Tortiano nell’uccisione di un fascista locale.
Scrive Gianpietro nella sua autobiografia La fontana nel borgo. Radici, profili e percorsi di un tortianese (Tipolito Bolondi, San Polo d’Enza (RE) 1999):
“… all’inizio del fascismo nel 1922 […] nelle vicinanze dell’Enza fu ucciso a bastonate un giovane fascista di Basilicanova, che ogni sera con atteggiamento da gerarca attraversava il paese armato minacciando chiunque incontrasse.
… alcuni cugini di mio padre sono stati costretti, per evitare la rappresaglia fascista perché sospettati, a scappare giovanissimi in Francia dove hanno poi trovato lavoro ed hanno formato le proprie famiglie.
L’unico a pagare, incolpevole, è poi stato mio padre, che era costretto a ritornare dal lavoro soltanto di notte e più volte ha dovuto nascondersi sotto il ponte della “Zola” per evitare i fascisti, che erano convinti che egli avesse assistito al fatto e che non volesse rivelare i nomi dei responsabili. Solo alla fine degli anni Settanta, con il rientro dalla Francia di uno di questi cugini scappati nel 1922, mio padre ha svelato il suo segreto raccontando quanto aveva visto.”
La datazione del video fa riferimento al periodo dei fatti qui raccontati.