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Franca Polacco, ebrea di Venezia, racconta i quasi due anni trascorsi in Svizzera con la famiglia: l’arrivo e le procedure di accettazione a Bellinzona, i primi tempi nei campi di accoglienza, la “liberazione” e la sistemazione in una casa di Lugano, le difficoltà per procurarsi cibo e vestiario per tutti.
Scrive Franca nella biografia della sua famiglia: “Era arrivato intanto l’autunno del ’44. La Croce Rossa si era organizzata e abbiamo potuto avere qualche abito e qualche paio di scarpe e un’altra cosa straordinaria è successa! Una straordinaria persona, Astorre Vita Mayer, un industriale ebreo di Milano, molto ricco oltre che molto generoso, ha affittato un alberghetto in riva al lago di Lucerna, un po’ fuori di un paesino che si chiamava Weggis.
Lì ha fatto organizzare una scuola media e un liceo. Ha chiamato a raccolta una sessantina di ragazzi italiani rifugiati, professori anche loro rifugiati, il Rabbino Relles e, per l’organizzazione delle pulizie, delle cucine, dei giardini, ecc., alcuni genitori dei ragazzi che studiavano lì. C’era il grande importatore di tappeti che faceva il lavapiatti, il grande primario chirurgo che pelava le patate e così via, tutti contenti e felici e perfettamente adattati e inseriti.
In questo modo, sia io sia Mirco (fratello minore di Franca, n.d.r.), abbiamo mangiato a volontà e non abbiamo perduto anche quell’anno scolastico.”
La datazione del video fa riferimento al periodo trascorso in Svizzera da Franca e dalla sua famiglia
L’intervista alla sig.ra Franca Polacco è stata registrata nel suo appartamento a Venezia il 23 ottobre 2013