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Elena Ottolenghi ripercorre tutti i momenti dell’inverno 1943, quando, insieme al cugino Giuseppe, riuscì a procurarsi documenti falsi per nascondere l’origine ebraica della famiglia.
Per procurarsi questi documenti Elena si rivolse all’ing. Gherardi, padre di una compagna di scuola, che le parlò di un impiegato dell’anagrafe di Torre Pellice che, gratuitamente, realizzava documenti contraffatti per aiutare partigiani ed ebrei.
Questo aiuto disinteressato fu decisivo: la famiglia di Elena non aveva abbastanza soldi per pagare i documenti falsi al mercato nero, venduti a prezzi elevatissimi, e senza quei documenti non sarebbero mai potuti sfuggire ai tedeschi. Grazie a questo impiegato, gli Ottolenghi divennero la famiglia Ottone, il padre Bonaparte cambiò il nome in Bonifacio, e tutti risultarono nati in Italia meridionale (questo perché, con l’occupazione alleata del Sud, sarebbe stato impossibile per i tedeschi e i fascisti controllare la veridicità dei dati).
Solo a distanza di molti anni Elena è riuscita a scoprire per caso il nome di quell’impiegato, poi deportato in un campo di concentramento in Germania a causa della sua attività clandestina: si trattava di Silvio Rivoir, nato a Torre Pellice l’8 aprile 1906.
La datazione del video fa riferimento al periodo in cui avvennero i fatti qui raccontati
L’intervista alla sig.ra Elena Ottolenghi è stata registrata nella sua abitazione a Torino il 15 giugno 2016