Canzio Donelli, Internato Militare Italiano in Germania, ricorda con tristezza la condizione degli Ebrei nella Seconda Guerra Mondiale. Durante la sua prigionia ha avuto modo di incontrarne e di assistere a scene di crudeltà nei loro confronti, soprattutto ad opera dei Kapo.
Il Kapo era un prigioniero dei lager nazisti investito dalle autorità dei campi di funzioni di responsabilità su una squadra di lavoro, di mantenimento dell’ordine, e in generale di sorveglianza sui deportati. Quasi tutti i Kapo erano scelti principalmente fra i detenuti di “razza ariana” classificati come criminali comuni, contrassegnati con un triangolo verde, secondo il sistema di identificazione dei prigionieri. Ci furono alcuni casi di Kapo internati politici, che portavano il triangolo rosso, sostituiti ai triangoli verdi da parte delle organizzazioni clandestine di resistenza interne ai lager, che cercarono di migliorare le condizioni di vita delle persone che dovevano controllare. In alcuni lager, come in quello di Auschwitz, portavano un bracciale con la scritta “Kapo”, o comunque generalmente portavano al braccio sinistro una fascia particolare. Erano perciò definiti anche “quelli che portano la fascia”, Bindenträger. Verso il termine del conflitto, quando la necessità di manodopera qualificata per l’industria bellica tedesca si fece più pressante e il processo di sterminio subì un rallentamento, non mancarono casi di Kapo ebrei. Ogni Block interno al campo di concentramento o campo di sterminio aveva un Kapo che decideva, di fatto, le sorti dei detenuti suoi sottomessi, con la collaborazione di una struttura gerarchica di internati privilegiati. Per questo motivo, i dirigenti dei campi sceglievano con cura le persone cui affidare tale compito. Requisito fondamentale doveva essere la ferma adesione alla politica di gestione del campo adottata dalle SS e l’assoluta mancanza di pietà nei confronti dei detenuti.
La datazione del video fa riferimento al periodo in cui Canzio Donelli fu internato in Germania.
Bibliografia e approfondimenti:
– Walter Laqueur (a cura di), Dizionario dell’Olocausto, G. Einaudi Editore, Torino 2004;
– Charles Liblau, I Kapo di Auschwitz, G. Einaudi Editore, Torino 2007;
– Daniela Accadia, La lingua nei campi nazisti della morte, in “I sentieri della Ricerca-Rivista di storia contemporanea”, Edizioni Centro Studi “Piero Ginocchi” Crodo, n°9-10, 1° Sem. 2009.