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Con il termine Battaglia di Fabbrico si intende notoriamente lo scontro tra partigiani e fascisti della Brigata Nera verificatosi nella zona di Fabbrico, in provincia di Reggio Emilia, il 27 febbraio 1945.
Come rappresaglia per un agguato avvenuto il giorno prima, 22 ostaggi civili vennero catturati a Fabbrico la mattina del 27 febbraio da una squadra delle Brigate Nere composta da oltre 100 militi e incolonnati per essere portati al luogo della fucilazione. Lungo la strada, all'altezza di casa Ferretti, i fascisti furono fermati dal fuoco dei partigiani: i distaccamenti di Fabbrico, Fossoli, Rio Saliceto e Correggio si erano uniti per lo scontro contro il nemico, riuscendo a liberare gli ostaggi.
Nettamente vittoriosi, tra le fila dei partigiani si contarono solo tre morti, i sappisti fabbricesi Piero Foroni "Ratto", Leo Morellini "Bigatto" e Luigi Bosatelli "Enzo", più il civile Genesio Corgini colpito da un milite mentre cercava di mettersi in salvo. I loro funerali si svolgeranno poi nella notte del 2 marzo 1945.
Tra i fascisti, invece, si contarono 32 morti, di cui due tedeschi, più 35 feriti.
La battaglia del 27 febbraio segnò di fatto la fine del potere nazifascista su Fabbrico che, pur bersagliata da ulteriori puntate nemiche nei dintorni (con altre vittime), fu da allora abbastanza stabilmente presidiata dalle forze partigiane.
Bibliografia e approfondimenti: